I satelliti in orbita terrestre hanno appena rilevato ieri 17 febbraio alle ore 20:16 GMT un forte brillamento solare fino quasi 1milione di km dalla superficie solare. La violenta esplosione ha proiettato nello spazio radiazioni nel visibile e anche nell’ultravioletto ma anche plasma (mixing di materia solare a milioni di gradi). Il fenomeno, poco frequente, è noto come CME (Coronal Mass Ejection). Le radiazioni del bagliore, viaggiando alla velocità della luce, sono giunte sul Nord America appena 8 minuti dopo ed hanno ionizzato la parte superiore dell'atmosfera terrestre, provocando un profondo blackout radio a onde corte sulle Americhe. Marinai, aviatori e radioamatori potrebbero aver notato perdita di segnale e altri effetti di propagazione insoliti a frequenze inferiori a 30 MHz per più di un'ora dopo il bagliore. Ma la esplosione ha provocato un vero e proprio Tsunami nel vento solare (materia espulsa sotto forma di protoni e nucleo positivi di Elio) il quale ora sta viaggiando nello spazio alla velocità di 700km al secondo e raggiungerà la terra il 20 febbraio.
Cosa sono le CME (Coronal Mass Ejection)
Le espulsioni di massa coronale (CME) sono espulsioni di miliardi di tonnellate di plasma (elettroni, protoni, nuclei di elio) che poi viaggiano nello spazio interplanetario come “vento solare”. ILe tempeste solari non sono altro che esplosioni gigantesche sulla superficie del Sole, con un conseguente rilascio di energia che corrisponde a milioni di bombe nucleari che esplodono simultaneamente. Gli effetti possono durare anche solo qualche minuto, ma si estendono negli strati più esterni del Sole (la cosiddetta corona), con gas rarefatti che raggiungono temperature che vanno oltre i 100 milioni di gradi.
Il vento solare viaggia nello spazio interplanetario a velocità che vanno da meno di 250 chilometri al secondo (km/s) fino a quasi 2000 km/s). Ma La Fisica insegna che cariche elettriche in movimento generano campo magnetico che nel caso delle CME ha una intensità di gran lunga maggiore di quello terrestre, cosicché se raggiungono la terra, annichiliscono il campo geomagnetico. Le CME più veloci dirette verso la Terra possono raggiungere il nostro pianeta in appena 15-18 ore. Le CME più lente possono richiedere diversi 2-3 giorni per arrivare.
I danni ai sistemi tecnologici terrestri
La Fisica insegna (Leggi di Maxwell) che ogni variazione di un campo geomagnetico genera correnti indotte (CIG) sulla superfice terrestre. Una volta che le GIC sono generate, si propagano nel terreno convogliandosi laddove incontrano meno resistenza elettrica come le strutture metalliche lunghe (le reti di distribuzione dell’energia elettrica, le reti di telecomunicazioni, gli oleodotti, i gasdotti e le reti ferroviarie). Tali correnti sono particolarmente intense alle alte latitudini. I conseguenti black-out di medio-grandi dimensioni comportano danni molto ingenti da un punto di vista economico. Inoltre, anche se con minore intensità, le GIC possono scorrere anche alle medie e basse latitudini.
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore:
Mario Giuliacci