Quanti di voi sperano in un inverno dal meteo gelido? Quanti in pioggia abbondante e quanti ancora in sole e mitezza regolare? Orbene, noi non vogliamo addentrarci nei gusti personali di ognuno di noi. Noi trattiamo di scienza e di dati meteorologici e in questo articolo vi spiegheremo perché è più facile che ci siano tre mesi di stabilità e clima mite piuttosto che ondate di gelo anche a intermittenza.
Il trend degli ultimi Inverni è scritto
È semplice ricordare il trend meteorologico degli ultimi inverni. Sole e mitezza per quasi tutti tranne che per le grandi pianure, come la Val Padana, soggetta a nebbie frequenti. Questo però è un freddo da Alta Pressione e quindi indotto o se vogliamo autoprodotto. Non c'è alcun tipo di freddo da affezione ovvero di scambi meridiani. Ma allora che cosa comporta questa caratteristica? In primis la mancanza di neve sulle Alpi e ovviamente sugli Appennini, fatto oramai sempre più evidente E sotto gli occhi di tutti. In secondo luogo al prosieguo della siccità nelle zone meridionali dove non è mai del tutto stata delebellata. infine l'inquinamento presente schizza alle stelle Facendoci respirare aria davvero avvelenata.
Le proiezioni
Le attuali proiezioni meteo indicano che l'Inverno in arrivo potrebbe risultare meno rigido del previsto, caratterizzato da correnti prevalentemente occidentali di origine oceanica. Un simile scenario internazionale porta aria più umida e mite sul continente europeo, limitando le possibilità di freddo intenso, anzi cancellandole proprio, visto che il gelo artico rimarrebbe confinato lontano.
Inverno stabile e mite
L'Anticiclone delle Azzorre o, in alternativa, quello Africano potrebbe fare la sua comparsa, stabilizzando il tempo e spegnendo le speranze di nevicate. La presenza di questi pattern potrebbe portare a lunghi periodi di bel tempo, cieli sereni e temperature insolitamente alte per la stagione, a meno che non si formino nebbie persistenti, come in Val Padana. Purtroppo, un effetto collaterale di questo tipo di scenario potrebbe essere un aumento del rischio di siccità, con conseguenze significative sulle riserve idriche e sull’agricoltura, specialmente nelle regioni già afflitte da carenza di precipitazioni, come il Sud Italia.
Un'altra stagione da dimenticare?
Il rischio di vivere un altro Inverno deludente in termini di nevicate appare sempre più probabile. Le tendenze osservate negli ultimi anni sembrano confermare che i cambiamenti climatici stiano stravolgendo in toto il regime stagionale. Non si tratta più di eventi occasionali: gli Inverni caratterizzati da abbondanti nevicate o da prolungate ondate di freddo appaiono sempre più rari, soprattutto in pianura, non parliamo poi delle coste. Continuare a fare paragoni con gli Inverni di qualche decennio fa potrebbe portare a false aspettative. Le rigide stagioni invernali del passato sembrano ormai appartenere a un'epoca che difficilmente si ripeterà.
Non solo in Italia…
L'arrivo di Alte Pressioni potrebbe creare lunghe fasi di tempo stabile, con temperature ben al di sopra dei valori stagionali. Questo fenomeno non riguarda solo l'Italia, ma è un trend che si sta osservando in gran parte dell’Europa. Le perturbazioni provenienti dall’Oceano Atlantico tendono ad essere miti, rendendo più difficili nevicate al piano. Inoltre, le ingombranti Alte Pressioni che si formano sul Mediterraneo spesso bloccano l'arrivo di aria fredda da Nord, lasciando le regioni italiane in condizioni di stabilità atmosferica.
Quali conseguenze?
Una stagione invernale mite e relativamente asciutta potrebbe comportare serie conseguenze per l'agricoltura e le risorse idriche del Paese. Negli ultimi anni, la mancanza di neve, soprattutto sulle Alpi e sugli Appennini, ha ridotto il rifornimento di acqua che, con lo scioglimento primaverile, alimenta i fiumi e i bacini idrici. Questo potrebbe aggravare il problema della siccità, soprattutto nelle regioni meridionali, dove la situazione è già critica. Il settore agricolo, in particolare, risentirebbe della scarsità di precipitazioni in Inverno, con un impatto negativo sulle colture che necessitano di un apporto regolare di acqua. Inoltre, le temperature miti potrebbero favorire lo sviluppo di parassiti e malattie delle piante che di solito vengono tenute sotto controllo dal freddo invernale.
La nuova normalità è questa!
Gli appassionati del freddo dovranno probabilmente adattarsi a un nuovo scenario in cui gli Inverni risultano sempre meno rigidi. Le temperature in costante aumento e la diminuzione delle nevicate sono segnali di un cambiamento climatico ormai evidente. In questo contesto, la neve rimane una possibilità remota, riservata ormai solo alle medie quote delle Alpi e, in misura minore, degli Appennini. Eventualmente, la neve in pianura sarà sempre possibile, ma saranno episodi effimeri e molto rari, nonché brevi e isolati.
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore:
Team MeteoGiuliacci