E’ stato campione al botteghino: The Day After Tomorrow, film di fantascienza che descrive la catastrofe innescata da un improvviso blocco della Corrente del Golfo, in realtà non è solo… fantascienza! In effetti, l’idea nasce da eventi che, nel lontano passato, sono realmente accaduti, anche se alcuni dei fenomeni descritti nel film sono in effetti in palese contrasto con la fisica dell’atmosfera. Quali sono allora le basi scientifiche nasce questa pellicola di successo?
L’ultima grande glaciazione, iniziata circa 80000 anni fa, raggiunse il suo massimo 18000 anni fa: l’Alaska, quasi tutto il Canada e le regioni settentrionali degli odierni Stati Uniti erano allora sepolti sotto un’unica lastra di ghiaccio spessa circa un chilometro, mentre in Europa i ghiacci si spingevano fino alle odierne Amburgo e Berlino.
Circa 12000 anni fa però le temperature tornarono rapidamente a salire e il ghiaccio a fondere, decretando in tal modo la fine dell’ultima Grande Glaciazione. Eppure la Glaciazione aveva in serbo un ultimo poderoso colpo di coda. Il riscaldamento infatti prevalse per circa 1000 anni poi, improvvisamente, circa 11000 anni fa la Terra andò incontro ad un nuovo intenso raffreddamento e in appena 100 anni Nord Europa e Nord America piombarono in un clima tipicamente glaciale.
Troppa acqua dolce, la Corrente calda va in cortocircuito
Questo colpo di coda di gelo e ghiaccio, noto come Dryas Superiore, durò più o meno un migliaio di anni, e fu causato dal blocco del nastro trasportatore atlantico, un complesso sistema di correnti superficiali e sottomarine che vede acqua molto fredda e salata (e perciò pesante) sprofondare verso gli abissi nel Nord Atlantico per essere rimpiazzata dall’acqua calda della Corrente del Golfo.
Nel Nord America difatti alla fine della Glaciazione l’acqua di fusione dei ghiacciai per secoli si concentrò nel Lago Agassiz, un immenso bacino di raccolta vasto più di tutti degli odierni Grandi Laghi nord-americani messi assieme. A un certo punto però la ritirata del ghiaccio aprì un canale di sfogo verso est, più o meno laddove oggi scorre il Fiume San Lorenzo, e così enormi quantità di acqua dolce (e quindi leggera) scivolarono all’improvviso nel Nord Atlantico, “addolcendo le salate (e perciò pesanti) acque dell’Atlantico Settentrionale al punto di bloccare il nastro trasportatore.
La regione si liberò dal freddo solo quando, senza più l’effetto delle acque dolci di fusione, il nastrotrasportatore riprese a funzionare e, attraverso la Corrente del Golfo, a trascinare calore dai Tropici fino all’Europa e al Nord America. Nei secoli successivi la Grande Glaciazione salutò definitivamente: tra 9000 e 5000 anni fa le temperature crebbero di diversi gradi e si raggiunse quello che è considerato l’Optimum Climatico, ovvero un periodo durante il quale il clima in Europa era in media 2-3 °C più caldo di oggi, mentre in Asia e Africa monsoni molto più intensi di quelli attuali portavano abbondanti piogge estive anche nel Deserto del Sahara.
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore:
Mario Giuliacci