Nel giugno del 217 a.C., nei pressi Tuoro, lungo le sponde del Lago Trasimeno, venne combattuta una delle più importanti battaglie della Seconda Guerra Punica e i Romani subirono una delle peggiori disfatte della loro lunga storia. Tutto merito dell’astuzia del generale cartaginese e del fondamentale aiuto delle… condizioni meteo!
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La battaglia decisiva per fermare l’avanzata su Roma
Annibale e il suo esercito, abbandonata la Pianura Padana, nella loro marcia di avvicinamento a Roma stavano seminando distruzione attraverso tutta l’Etruria e per tale motivo, senza aspettare i rinforzi, il console Gaio Flaminio gli andò incontro assieme alle sue quattro legioni. Lo scontro decisivo ebbe luogo il 24 giugno del 217 a.C., lungo le sponde settentrionali del Lago Trasimeno, dove il generale cartaginese, ancora una volta, diede saggio della sua grande astuzia. Al primo mattino le legioni romane si misero in marcia, convinte di dirigersi verso il grosso delle truppe nemiche e sicure di non correre alcun rischio: con il lago alla loro destra e le colline boscose alla sinistra, un esercito numeroso e compatto avrebbe potuto attaccare solo frontalmente e sarebbe stato tempestivamente individuato.
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Ciò che il console non sapeva però era che Annibale, anziché schierare le truppe in attesa di uno scontro frontale, aveva deciso di disperdere i suoi uomini sulle colline tutt’attorno al lago, pronto a una micidiale imboscata. Una mossa audace, che rendeva necessario nascondere efficacemente la presenza dei soldati cartaginesi prima che le legioni romane venissero completamente accerchiate, altrimenti il piano sarebbe fallito e per gli uomini di Annibale la sconfitta sarebbe stata assai probabile. Ma, a conferma del detto per cui la fortuna aiuti gli audaci, il generale cartaginese ebbe modo di sfruttare un provvidenziale aiuto… meteorologico!
Con la nebbia tutto è più facile
Certo, al di là dell’audace piano, Annibale aveva bisogno di una grossa dose di fortuna, che si materializzò appunto sotto forma di uno dei più comuni fenomeni meteorologici. In quella mattinata di giugno infatti le sponde del lago si trovarono avvolte in una nebbia che ai tempi nella zona non era insolita neanche gli inizi dell’estate: i legionari quindi intrapresero la loro marcia di spostamento ignari del nemico che si nascondeva tutt’attorno, reso invisibile dalla nebbia e dalla fitta vegetazione. La tranquillità e la sicurezza con cui le legioni stavano marciando si dissolse rapidamente quando Annibale diede ai suoi uomini l’ordine di attaccare: la cavalleria cartaginese si lanciò sulle file romane sbucando all’improvviso dalla nebbia, seminando caos e panico tra i legionari, presi di sorpresa dall’attacco del tutto inaspettato.
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Con il lago che impediva la fuga verso sud, e i fanti di Annibale che nel frattempo si gettavano all’attacco da tutte le direzioni, Gaio Flaminio non riuscì a organizzare alcuna valida resistenza, e alla fine della battaglia circa i tre quarti delle truppe romane era stato catturato o ucciso. Così, grazie alla sua astuzia e all’aiuto della nebbia, Annibale riuscì a infliggere a Roma una delle più cocenti sconfitte di sempre.
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore:
Mario Giuliacci