L’affondamento del Titanic porta con sé ancora tanti misteri, e se è vero che probabilmente la causa fondamentale fu lo scontro con un grande iceberg, gli studiosi sono oramai convinti che a preparare il terreno alla tremenda sciagura furono le particolari condizioni climatiche di quell’anno. ma cosa accadde di tanto particolare in quel lontano 1912?
Il grande transatlantico simbolo di una nuova era
Agli inizi del XX secolo, per assicurare collegamenti settimanali fra la Gran Bretagna e New York, la compagnia britannica White Star Line fece costruire quello che doveva essere il più grande e veloce transatlantico del Mondo: il Titanic. Con una lunghezza di quasi 270 metri e una stazza di più di 45000 tonnellate difatti il Titanic poteva trasportare, fra passeggeri ed equipaggio, più di 3500 persone, ad una velocità massima, all’epoca notevole, di 23 nodi. L’enorme imbarcazione, considerata un vero e proprio gioiello di tecnologia e design, era ritenuta praticamente inaffondabile.
Eppure durante il suo viaggio inaugurale, nella notte fra il 14 e il 15 aprile del 1912, in meno di tre ore il Titanic colò a picco causando la morte di 1517 persone: mentre attraversava le gelide acque del Nord Atlantico il gioiello della marina mercantile mondiale trovò così la sua precoce quanto ingloriosa fine. A causare la tragedia contribuì senz’altro anche il clima, che proprio in tale annata rese il Nord Atlantico particolarmente insidioso, e tutto a causa di una particolare e straordinaria anomalia climatica!
Il Titanic affonda nell’Atlantico per colpa di ciò che accade nel Pacifico
Negli anni in cui nel Pacifico si scatena il fenomeno noto come El Niño, che consiste in un anomalo riscaldamento della superficie oceanica, a causa degli sconvolgimenti della circolazione atmosferica che si innescano in tutto il Pianeta i venti che spazzano il Nord Atlantico soffiano con maggior forza e rendono perciò più intense le correnti marine che lambiscono il Canada e la Groenlandia. Ma perché ciò fu letale al Titanic? E’ presto detto: nei mari che bagnano il Labrador, l’Isola di Baffin e la Groenlandia Occidentale le correnti, divenute più intense, riescono strappare ai ghiacciai che si tuffano nell’oceano un maggior numero di icebergs, destinati poi a spingersi con estrema facilità verso basse latitudini, ben oltre il loro normale raggio d’azione costituito dai Banchi di Terranova.
Inoltre nelle annate in cui El Niño è più intenso il suo effetto sulle correnti marine, e la conseguente maggior presenza di icebergs nel Nord Atlantico, tende a farsi sentire in modo importante anche durante l’inverno e la primavera dell’anno successivo: ed è proprio questa la situazione che si trovò ad affrontare il Titanic nel suo viaggio inaugurale. Nel corso del 1912, dopo il forte episodio di El Niño dell’anno precedente, si contò difatti nel Mar del Labrador il più alto numero di icebergs di inizio secolo: tra il 1900 e il 1960 solo in un’altra occasione, ovvero nel 1929, si osservò un numero di icebergs superiore, e comunque sempre in seguito a un forte episodio di El Niño.
Fonte Immagine: Depositphotos
© MeteoGiuliacci - riproduzione riservata
Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore:
Mario Giuliacci