Didattica
2 Gennaio 2024 ore 14:44
Neve in arrivo: ecco perché è il fenomeno più difficile da prevedere
La previsione più complicata è proprio quella che coinvolge i bianchi fiocchi di neve
La previsione di una nevicata in pianura è la previsione più difficile per un meteorologo perché, mentre un errore modesto 100-200 metri sulla quota della neve in montagna non viene raramente percepito, un simile errore in pianura (pari ad un errore di 0.5°C nella previsione della temperatura) al contrario può significare passare da una situazione di “neve sì” ad una di “neve no” o viceversa.
Se cerchi la neve, attenzione al termometro
Ma nella ricetta ideale per i fiocchi non conta solo quel che si legge sui termometri al suolo, anzi. Per la neve in pianura infatti occorre anche che la temperatura media prevista nello strato atmosferico compreso tra il suolo e la quota di circa 700 metri sia mediamente di 3 gradi sotto zero, altrimenti nel percorso attraverso questi 700 metri il fioco di neve, muovendosi in ambiente a temperatura positiva, fa in tempo a fondere. Inoltre, perché nevichi anche in pianura, è ovviamente necessario che siano previste precipitazioni: se le nubi non fanno cadere nulla, non può esserci neve. Ma anche le precipitazioni sono un parametro spesso difficile da prevedere. Insomma gli aspetti da considerare sono tanti e rendono la previsione molto complessa, ancor più se la si vuole avere con largo anticipo.
Più guardi in là, più la neve appare “sfuocata”
La previsione di neve fatta con molto anticipo (8-9 giorni) ha, in generale, una probabilità di successo intorno al 65%. Come dire che su 10 previsioni solo 6 o 7 puoi si realizzano davvero. Come mai una percentuale così bassa? Il problema è che, man mano che si avvicina il giorno dell’evento nevoso, i modelli previsionali potrebbero nel frattempo cambiare qualche importante dettaglio (ad esempio il tanto famigerato mezzo grado di temperatura) o passare da una situazione in cui sono previste precipitazioni a una di tempo asciutto.
Per “ignoranza” i più saranno portati a deridere quel 65% di attendibilità. In realtà, nell’ambito delle più comuni attività umane (ad esempio nel settore dell’assistenza alla navigazione aerea) è contemplato che vengano elaborate previsioni del tipo “prob20 rain = probabilità del 20% che piova”, come dire che l’evento non è escluso anche se è più no che sì, perché la sola possibilità che ciò accada consente la preparazione di tutte le misure necessarie a limitare danni e disagi. In ogni è chiaro che, se parliamo dell’effettivo realizzarsi dell’episodio nevoso, una probabilità del 65% può non apparire un granchè. E allora perché voi Meteorologi, dirà qualcuno, vi ostinate fare previsioni di neve anche con 8-9 giorni di anticipo?
Una previsione per amor della neve
Se la statistica vi assicura che in un anno vincerete mediamente al lotto nel 65% dei casi, voi certo giochereste. Nello steso modo una singola nevicata prevista 8-9 giorni prima, partendo da una probabilità di successo del 65%, potrebbe in diverse occasioni risultare errata, ma la statistica vi indica anche che nel corso di un’intera stagione invernale su, ad esempio, 6 nevicate in pianura previste con 8-9 giorni di anticipo, 4 saranno probabilmente giuste e 2 al contrario errate.
Per cui se una nevicata prevista in pianura con 8-9 giorni di anticipo venisse poi in smentita, vi prego di non attaccare con la solita bonaria lagna “ma perché fate previsioni oltre 3 giorni?”, “Ma come!? Avevate detto che sarebbe arrivata la neve ed ora vi rimangiate tutto”: è un rischio che si corre per amor di un fenomeno, la neve, che non affascina solo i più piccini, ma anche i più grandi e, soprattutto, anche noi meteorologi. Tornando in ultimo all’attualità, e all’inverno appena cominciato, se amate la neve non perdete le speranze: dopo il 7 gennaio i fiocchi probabilmente cadranno su molte regioni, anche se, ricordate, “del domani non c’è certezza”, neanche quando si parla della dama bianca!
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore: Mario Giuliacci
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