Curiosità
15 Dicembre 2024 ore 17:01
Uragani del futuro, ecco come li affronteranno le città americane
Il cambiamento climatico renderà le tempeste più pericolose, e le città si stanno attrezzando
Come insegna la storia di Galveston (Texas), città duramente colpita nel 2017 dall’uragano Harvey e famosa soprattutto perché nel 1900 venne devastata da un violento uragano che fece oltre 6000 vittime, con le opportune misure di prevenzione le città possono crescere e fiorire anche se si trovano proprio laddove con frequenza passano violenti cicloni tropicali.
A Galveston, che sorge su un’isola di fronte alle coste del Texas, per proteggersi dalla furia degli uragani nel secolo scorso è stata infatti costruita una robusta e alta barriera, lunga oltre 15 chilometri, che circonda e protegge il centro abitato. ma tutto ciò non poteva bastare e così, fatto ancor più importante, Galveston è stata letteralmente trascinata verso l’alto, al di sopra del livello del mare, “sollevando” gli edifici di diversi metri (in alcuni casi anche 5 metri più in alto dell’originaria posizione), operazione per la quale si è reso necessario riempire le fondamenta della riempiendo le fondamenta della città con milioni di tonnellate di sabbia.
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Ma le città odierne sono molto più grandi e articolare della Galveston di inizio XX secolo, e quindi anche le misure necessarie a proteggerle dagli uragani devono essere inevitabilmente più complesse, soprattutto se si considera che molto probabilmente (questo dicono le principali proiezioni climatiche) gli uragani del futuro saranno ancora più intensi. E alcune grandi metropoli si stanno già attrezzando.
Miami, con un’area metropolitana su cui gravitano oltre 5 milioni di persone e una posizione altamente a rischio, è ad esempio una di quelle città in cui saranno necessari interventi importanti per evitare che in futuro venga colpita in modo devastante da queste temibili tempeste. Un percorso già intrapreso nel 2002 quando i legislatori della Florida hanno approvato una legge che prevede che tutti i nuovi edifici siano costruiti in modo da reggere l’urto di venti che soffiano fino a 180 chilometri orari, e per le zone a maggior rischio tale limite sale a 210 chilometri orari. Da allora regole per la costruzione di edifici resistenti all’urto degli uragani sono state adottate anche in altri stati, tra cui North Carolina e Isole Vergini, con un notevole abbattimento dei danni prodotti dal passaggio degli uragani.
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Ma la resistenza degli edifici alla violenza del vento da sola non può bastare, perché il più delle volte i cicloni tropicali portano i danni maggiori attraverso altri fenomeni: le piogge torrenziali e le inondazioni costiere. Pericoli che in città costiere come Miami sono sicuramente più gravi di quelli portati dal vento, anche perché il graduale innalzamento del livello degli oceani rischia già da solo di allagare progressivamente la città. Ecco perché le autorità cittadine hanno approvato un progetto di lungo periodo che, nell’arco di 20 anni, prevede di adottare tutta una serie di misure volte a impedire che la città sprofondi letteralmente sott’acqua. Tra le operazioni più importanti che verranno intraprese ci sono la ristrutturazioni drenaggio, la costruzione di nuove vie di fuga e il sollevamento degli edifici situati nelle posizioni a maggior rischio. Ma progetti ancor più ambiziosi, ancora allo studio, prevedono addirittura il sollevamento dell’intera città e la costruzione di una barriera protettiva, in modo simile a quanto fatto a Galveston.
Tuttavia questi ambiziosi progetti rischiano di rimanere in parte irrealizzati, soprattutto a causa degli enormi costi che comporterebbero. Il problema di molte importanti metropoli costiere del Nord America è infatti che il tessuto urbano stesso è cresciuto in modo tale da risultare estremamente vulnerabile al passaggio degli uragani. E’ il caso di Houston, cresciuta in un’area del Texas che, a causa delle particolarità del terreno e della confluenza di alcuni corsi fluviali, tende ad allagarsi con grande facilità. La vicinanza dell’oceano, in caso di passaggio di un uragano, aggrava ulteriormente le cose. Per aree metropolitane come Houston gli urbanisti vedono oramai una sola soluzione: fermare il consumo di territorio e riportare a verde quante più aree possibile, andando così a ridurre la superficie impermeabile (quella coperta ad asfalto e cemento), per favorire un più efficace assorbimento dell’acqua in eccesso da parte del terreno.
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore: Mario Giuliacci
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