Ci sono delle date che rimangono per sempre impresse nella mente per un determinato evento importante. Per tutti i romagnoli una di queste è certamente il Febbraio 2012. Inverni cosiddetti “inarrivabili” come quelli del Gennaio 1985, Febbraio 1956 e 1929 furono minacciati dall’episodio del 2012 che, in alcune località, supero’ anche quelle incredibili annate. Ma la maggiore particolarità di febbraio 2012 non risiede tanto nelle temperature raggiunte (benchè assai basse) non paragonabili a quelle degli eventi sopra citati, ma in primo luogo per l’abbondanza delle nevicate, che in alcuni comparti territoriali di riminese e cesenate-folrivese, hanno superato addirittura i già eccezionali accumuli del febbraio 1929. L’episodio di febbraio 2012 ha visto il verificarsi di almeno 4 nevicate significative che hanno interessato la quasi totalità della regione ( giorni 31 gennaio/1 febbraio; 3-4 febbraio; 6-7 febbraio; 10-11 febbraio): a queste vanno aggiunti altri apporti concernenti essenzialmente le aree appenniniche e pedecollinari fortemente condizionati dall’orografia (stau appenninico per il persistere di flussi nordorientali in mediobassa troposfera talora assai contenuti).
PRIMA DI QUELL’EVENTO
L’inverno 2011-2012 fu contraddistinto, nella prima parte, da temperature sostanzialmente superiori alla norma e piovosità scarsa o molto scarsa per il prevalere di strutture anticicloniche di origine subtropicale a tutte le quote in grado di dirottare i sistemi perturbati atlantici a latitudini molto settentrionali in rapporto al periodo stagionale, ed associate a circolazione di aria alquanto mite e secca.
Solamente a metà gennaio arrivarono gelate con nebbie che per alcuni giorni portarono alcune giornate di ghiaccio. Le condizioni di sostanziale stabilità, associate a temperature miti, ad eccezione delle aree interessate dalle inversioni termiche, fu garantita dalla presenza di un vasto anticiclone con massimo sulla penisola iberica e ben proteso fino all’intero bacino centroccidentale del Mediterraneo. La situazione cambiò radicalmente a fine mese quando su Atlantico orientale cominciò a svilupparsi un potente promontorio anticiclonico di matrice subtropicale con asse ad assetto meridiano diretto fino alle regioni polari/artiche. Una massa d’aria di tipo artico-continentale giagente tra la Siberia orientale ed addirittura la Mongolia venne quindi richiamata verso occidente. La situazione, sotto molti aspetti, è assai affine ad altre che caratterizzarono severe ondate di gelo sulla nostra penisola (1929-1956).
L'EVENTO
La prima nevicata inizio' il 31 Gennaio dalla parte occidentale della regione per poi estendersi alla Romagna in serata. L'1 mattina nevicava su tutta la regione esclusa la costa riminese dove aveva la meglio ancora la pioggia. La neve continuo' a cadere per tutto il giorno 1 e 2, in particolar modo tra bolognese, ferarrese e Romagna, in primis a ridosso dell'Appennino. Un nuovo impulso perturbato raggiunse la regione tra il 3 e il 4 febbraio con nevicate intense fin sulle coste. Ma non e' finita qui. Infatti nuove nevicate giunsero il giorno 7 poi nuovamente tra il 9 e il 10, in questa occasione con temperature ampiamente negative e raffiche di vento fino a 50 km/h. Ultima nevicata tra l'11 e il 12 Febbraio.
A fine evento si registro un'incredibile accumulo nevoso in pianura a Forlì di 165 cm, ben 195 cm a Cesena. Faenza, Ravenna e Bologna si fermarono intorno ai 90/100 cm, Modena 74 cm, Reggio Emilia 60, circa 40 tra Parma e Piacenza. Sulle colline romagnole si sono inoltre rilevate quantità totali di neve fresca di circa 290 cm in località come Bertinoro, Polenta e Novafeltria, a quote di 300-350 m.
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore:
Mario Giuliacci