Analisi meteo. In futuro estati da incubo, con un anticiclone africano sempre più possente, frequente e tenace. Ma come mai? Intanto spieghiamo come si forma. Stante l'ingorgo di aria intorno a 30 gradi di latitudine, la massa d'aria proveniente dall'equatore come unica via di uscita è il deflusso verso il basso fino al suolo, per poi ritornare verso l’equatore come Alisei da nordest. Ecco perché, nella fascia subtropicale nell’atmosfera, vi sono permanentemente correnti discendenti le quali per compressione di 10°C per ogni km di discesa, surriscaldano le già calde correnti Nord africane, le quale poi così giungono al livello del mare ulteriormente arroventate. Da qui le feroci temperature del promontorio anche sul nostro Paese. Per di più il riscaldamento per compressione provoca anche l'essiccamento delle correnti discendenti. Questo spiega anche perché in tale fascia cadano le regioni più aride del pianeta. Questo tipo di circolazione chiusa sul piano verticale tra l'equatore e i 30 gradi di latitudine, è noto come Cella di Hadley.
Perché l'anticiclone Nord africano si è spostato verso Nord
Ma le osservazioni relative agli ultimi 40 anni indicano che la Cella di Hadley, a seguito del surriscaldamento del pianeta, si è spostata mediamente verso Nord di circa 2° di latitudine (200-300 km). La fascia equatoriale ove convergono gli Alisei degli opposti emisferi non è l’equatore geografico (latitudine zero), bensì un equatore “virtuale” mobile, noto come ITCZ (Inter Tropical Convergence Zone). Negli ultimi decenni, la posizione della ITCZ si è spostata verso Nord, coinvolgendo sempre di più pure l'Italia. Da qui le più frequenti incursioni negli anni 2000 dell'anticiclone africano verso la nostra penisola e quindi le estati molto roventi sull'Italia. Ancor più invasiva l'incursione analoga dell'anticiclone sulla penisola arabica verso l'Est europeo.
Mediterraneo Hot Spot
E questo è anche il motivo per cui il Mediterraneo sia diventato ormai un “hot spot” climatico del pianeta, dopo il Circolo Polare Artico, ovverosia una zona dove i cambiamenti climatici risultino più intensi e rapidi. Ma non è tutto. Il nostro trimestre estivo è diventato rovente perché le ondate di caldo son aumentate in numero, durata e intensità. Ormai, tra i 92 giorni estivi, circa una sessantina subiscono temperature oltre 34°C al Nord e/o Centro e/o al Sud. E tutto questo a seguito di più frequenti e durature incursioni dell’anticiclone africano fino all’Italia. Maggiore invadenza nordafricana dovuta, come da noi dimostrato, alla fusione dei ghiacci polari la quale, a sua volta, ha provocato un forte aumento di temperatura entro il Circolo Polare Artico (circa +8/10°C). Insomma, un gatto che si morde la coda: da una situazione simile non se ne esce facilmente, anzi...
Le conseguenze
La conseguente son presto descritte: è logicamente diminuita la differenza di temperatura e di pressione tra polo Nord ed Equatore. Fatto ciò, si son indebolite le correnti occidentali (il nastro trasportatore delle perturbazioni), fino a provocarne forti espansioni in verso meridiano, specie dalla fascia subtropicale continentale fino al Nord Europa, come appunto capita con l’anticiclone africano. Questa lunga serie di connessioni causa-effetto è stata da Noi descritta per primi, in un articolo originale pubblicato in maggio scorso (SI LEGGA QUI). Avevamo paura delle conseguenze estive e -di fatti- i nostri elaborati hanno anticipato bene il rischio di meteo estremamente caldo in estate.
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore:
Mario Giuliacci