In questi giorni stiamo soffrendo per una lunga e intensa ondata di caldo. Ma che cos'è un'ondata di caldo? Una ondata di caldo, o fase di caldo estremo, è un periodo di tempo soleggiato, caldo in modo anomalo e in genere accompagnato da elevata umidità e venti molto deboli. L’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) definisce un'ondata di caldo una situazione meteo durante la quale temperatura massima giornaliera per più di cinque giorni consecutivi supera la temperatura massima media di +5 gradi, dove il valore normale di riferimento è quello medio del trentennio precedente a quello in cui ci si trova. Le ondate di calore sono diventate più frequenti e sulla terraferma più intense, quasi ovunque dagli anni '50, a causa del cambiamento climatico.
Se il caldo è troppo soffre anche l'Economia
Le ondate di caldo hanno spesso effetti complessi sulle economie umane, a causa della minore produttività, dell'interruzione dei processi agricoli e industriali e dei danni alle infrastrutture non adatte al caldo estremo. Gravi ondate di caldo hanno causato catastrofici fallimenti dei raccolti, migliaia di morti ipertermia aumento del rischio di incendi nelle aree con siccità . Un'ondata di caldo è considerata clima estremo e rappresenta un pericolo per la salute umana perché il calore e la luce solare e l'eccesso di umidità rendono inefficiente il sistema di raffreddamento del corpo umano affidato alla sudorazione.
Il legame tra fusione dell'Artico e Anticiclone Nord-Africano
Le incursioni sull’Italia dell’Anticiclone Africano ormai sono diventate più intense e più durature di quanto non fossero solo 30-40 anni fa. Il perché di tale modifica della circolazione atmosferica lo abbiamo già evidenziato in un nostro recente articolo: CAMBIAMENTO CLIMATICO: DUBBI, CERTEZZE, CAUSE E RIMEDI
Ebbene, la causa più prossima va individuata dovuta nella fusione sempre più rapida dei ghiacci polari e nel ridotto innevamento dell’area polare russo-siberiana. A seguito di tali anomalie la temperatura entro il circolo polare artico è aumentata fino a + 4-8°C negli ultimi 50 anni a fronte di solo +1 grado come media globale. La conseguente diminuita differenza di temperatura tra Polo ed Equatore ha provocato a sua volta una minore differenza nella pressione atmosferica tra la bassa pressione esistente a tutte le quote sul circolo polare (Vortice polare) e l’alta pressione (anticiclone africano) presente per tutto l’anno sulla verticale della fascia subtropicale .
Tale spinta genera le correnti occidentali a tutte le quote e a tutte le latitudini. Pertanto, come in una reazione a cascata, il minore dislivello di pressione tra Polo ed equatore ha ridotto la spinta che tale dislivello imprime alle correnti occidentali, le quali pertanto sono diventate più deboli rispetto al passato, talvolta fino talvolta ad annullarsi. Ma più le correnti occidentali sono deboli tanto più tendono ad ondularsi nel verso dei meridiani. In tal modo tali onde (onde planetarie o di Rossby) tendono a divenire molto allungate verso nord sotto forma di grandi strutture bariche della circolazione atmosferica, come appunto l’anticiclone Nordafricano. Da qui le più frequenti e durature incursioni di tale anticiclone fino all’Italia e perturbazioni atlantiche costrette a viaggiare a Nord delle Alpi più che nel passato.
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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore:
Mario Giuliacci